12/2012 – 4 marzo 1943

Stanislao:

– Non pensi anche tu come i nostri politici in coro.. che Dalla sia fantastico?

Frank:

– Fantastico è che sia stata la Musica stessa ad averlo suonato, Dalla! Suona un po’ come “dollaro”, ma pronunciato da un texano che estrae petrolio e scarica nella sputacchiera: “I need your Dalla, man!” In quel coro che dici tu se la cantano e se la suonano a furia di verdoni, perché.. vedi Stan, un coro non si dispone su due lati, ma su più voci. E si sa: tutte le bocche devono mangiare, come in un grande nido. Devi smetterla di mischiare merda e cioccolato.. la Musica non me la devi toccare. Come è profondo il mare..

F&S + illustrazione di MOLTITUDO

04/2011 – Competizioni

Stanislao:

– Frank! Ho visto cose che.. ho ascoltato cose che noi umani.. insomma, c’erano questi no.. che suonavano strumenti strani, melodie lontane. Roba forte! Canzoni dolcissime e posate si potevano infuocare in un istante e bruciare chi si avvicinava troppo. Insomma è come la storia di sempre: all’inizio è tutto veramente fico ed è tutto “over the rainbow”.. però il fuoco brucia sempre dietro ogni angolo, no? Allora ogni tanto a qualcuno si infiammava il basso ventre e scaturivano le lotte intestine. Le melodie lontane diventavano quindi più familiari: “ma lui è più veloce“, “no, però lui è più forte“, “eh.. ma l’altro è più pulito“.. Bah! Non so.. non bisognerebbe farsi la guerra nella musica, ma d’altra parte la competizione eleva lo standard, o no? Qual’è il nocciolo? La volontà di vittoria? Il desiderio di sopraffazione? E’ com-petizione o è s-contro? Chi è alla fine il campione?

Frank:

– La musica in fondo è come la vita, così come lo sport.. ognuno sceglie i propri modelli. Quarantadue chilometri e centonovantacinque metri: è solo la distanza da coprire nella maratona. Abebe Bichila, etiope e guardia del corpo personale dell’imperatore Haile Selassie I, nel 1960 vinse a Roma la Maratona Olimpica correndo senza scarpe. Uomo, simbolo e leggenda non solo dell’Etiopia ma dell’Africa tutta in liberazione dal colonialismo: fu la prima medaglia d’Oro olimpica del continente africano. Alle Olimpiadi di Tokio di quattro anni più tardi, dopo solo sei settimane da un’operazione di appendicite, vinse ancora: fu il primo atleta olimpico a vincere consecutivamente la disciplina madre dei Giochi. John Stephen Akhwari, tanzaniano, nel 1968 ai Giochi Olimpici di Città del Messico arrivò invece ultimo, dopo più di un’ora dall’arrivo del primo; stadio ormai buio, poche persone ad aspettarlo e una vistosa fascia sanguinante sul ginocchio destro dopo un serio infortunio per una caduta a metà gara. Alla domanda di un giornalista sui motivi del suo non-ritiro, rispose: “My country did not send me to 5,000 miles to Mexico City to start the race. They sent me 5,000 miles to finish the race”. Quel 20 ottobre 1968 Akhwari rappresentava la Tanzania.. o forse non solo. Prova ora a rifarti le tue domande di poco fa. Qual’è il nocciolo? La volontà di vittoria? Il desiderio di sopraffazione? E’ com-petizione o è s-contro? Vedi Stan.. ognuno sceglie i propri modelli, nella musica come nello sport.. così come nella vita. Chi è alla fine il campione tra Abebe Bichila e John Stephen Akhwari secondo te, Stan?

F&S