09/2012 – Agi tuoi

Stanislao:

– .. sì ho finito ieri di leggere il libro. Non male, forse anche meno cinico degli altri! Certo alcuni passaggi non li ho capiti, o forse sono io che non riesco ad accettarti cosí autarcachico! Come fai a ricercare la felicitá che tu stesso descrivi unico scopo di vita, disprezzando tutto ciò che richiama comodità e agi? Già ti immagino seduto su un ciglio con un cartello: “non farmi vivere”..

Frank:

– Sai che a volte sembra che tu sia lì lì per arrivarci, per capire, ma poi immancabile la smentita! È evidente che non raccogli i passaggi in profondità, ti manca il fraseggio del Barça. Se non rispetti la posizione in campo poi ti scappa il soggetto: è chiaro che non puoi suonare le stelle e le stalle sullo stesso piano.. e non sto parlando solo di tasti bianchi e tasti neri! Tu mi confondi le zone semantiche. Se io dico Ben-Essere e tu rispondi innovazione, o peggio, sviluppo.. allora ribatto Ben-Avere. Devo farlo capisci?! Vedi.. non sei nel tuo ruolo, se dai queste risposte butti via il pallone. Il Ben-Essere, quello sì che puoi misurarlo in felicità, ma l’incremento di comodità, il Ben-Avere, è solo un interno lordo e sudicio! Se ti ripetono per tutta la vita che sei scemo, sei sicuro di avere la forza di non lasciarti convincere? Io sì! Al tuo agio dò picche e rilancio fiori: ascolta crescere il riso Stan.. in equilibrio. Ben-Essere anziché Ben-Avere.. Troppo difficile? Non è questione di sviluppo o sottosviluppo.. si tratta semplicemente di rimanerne fuori. Rischiamo grosso: sosteniamo una teoria evolutiva traballante, ma nella pratica involutiva siamo imbattibili.

F&S

28/2011 – Quelli che ben pensano

Stanislao:

– Senti qua Frank.. anche se non ho le tette! Ascolta, immagina.. Allora..

Mi chiamo Michela, sono nata 32 anni fa nella provincia di Rieti. Oggi è un 1 mese e 11 giorni che sono carcerata nel carcere di Rebibbia, per me è la prima volta. In uno stato di semincoscienza sono rimasta sorpresa e turbata dai simulacri natalizi: Dèi ben pensanti, rappresentanti di un benessere di plastica che sono presenti nonostante tutto, appesi a muri che lacrimano perdono. In questo cubo compresso dove solo ombre cinesi mi fanno compagnia nessuno si accorge della mia solitudine e del vuoto immenso che c’è dentro di me; l’indifferenza totale di chi ti circonda non ha confini, ti guardi intorno e senti il Nulla, peggiore di qualsiasi nullità. Facile andarsene, basta un attimo e nessuno se ne accorge, ma non lascerei un buon messaggio ai miei figli. Allora stringo i denti e cerco di annientarmi. Sogno però il tuo volto che lì fuori ha preso il mio posto. Io, vittima di una pena che altri nascondono, non vorrei tanto sapere cosa tu faccia o cosa tu pensi. Dio mio, vorrei solo farti toccare come saresti dovuta stare tu, al mio posto, quì, immobile, inumidita. Vorrei solo sapere con cosa ti asciugheresti l’anima, maledetta Innocenza“.

Cristo, Frank, non è raccapricciante? Che gli rispondo? Elisa la reciterà domani così come da copione, e io ovviamente dovrò interpretare l’Innocenza e la sua risposta.. Ma cazzo, gliel’avevo detto che avrei preferito fare il cespuglio di decorazione, o il vischio, appeso ad una trave, pure per due ore! E invece no! Cecco mi ha condannato al ruolo dell’Innocenza!.. Colpevole, ancor prima del reato, a scontare la pena senza un processo: non solo la recita, anche la scrittura!! Mi sembra evidente sia una questione tra “donnacce”, sesso debole.. Dai, fammi un regalo Frank! Almeno tu, un’amnistia? Si possono chiedere regali a Natale..? Dettami le parole dell’Innocenza.. ti prego..

Frank:

– “Non sarò mai al tuo posto.. è il tuo ruolo a darmi vita, i tuoi stessi figli. Il tuo senso di colpa, il tuo rimorso.. i tuoi sguardi da cagna: a testa bassa ti perdi nella nullità più totale di una gabbia per disumani. Gli occhi e le lacrime dei tuoi figli chiedono, cercano, smaniano di stringerti ma non trovano risposta. Non trovano loro madre, non trovano la loro mamma.. anche loro scontano la Prima Pena. Sono forse innocenti? No! Perché sono Io che decido, non tu, in che posto debba stare Io, tu e i tuoi figli.. Cosa regalerai loro per questo Natale? Cos’hai da offrire? La tua faccia abbandonata! Non sarò mai al tuo posto.. esisto grazie a te. Esisto grazie alla colpa e all’isterica ricerca della dis-colpa. Che dici? Ci sarebbe Innocenza senza colpa..? Campo di gente come te.. godo di rimorsi come il tuo e sguazzo nel grigiore che ti circonda. Non sarei così luminosa senza quel grigiore.. non sarei pulita senza luride come te. Brillo forse di mia stessa luce, Io? Sono come la Luna.. Alla Luna, non al Sole, la gente guarda. La gente sogna con la Luna, non col Sole.. La gente se ne fotte se la luce è propria o è riflessa. Io!, benedico.. Io!, maledico.. Io sono il Bene e tu il Male. Tanti auguri di Buon Natale, puttana! A te e ai tuoi figli“.

Questo direbbe l’Innocenza, Stan.. se solo fosse meno ipocrita, più sincera con sé stessa e avesse solo un pochino di amor proprio. Almeno credo..

F&S illustrazioni di MOLTITUDO